I nostri, non sono veri e propri campi come si potrebbe pensare ma sono piccoli terrazzamenti, arroccati sulle pendici dei monti delle ALPI APUANE. Sono i vecchi “Lòghi” di una volta dove in passato era praticata una agricoltura di sussitenza rispettosa della terra. Poi lo spopolamento della montagna si è portato via quasi tutti questi spazi. Ma noi non vogliamo tutto ciò e per questo stiamo cercando di recuperarli.

Quelli che attualmente lavoriamo sono:

  • La Ricciatella: E’ il luogo dove tutto è iniziato ed è per questo che lo sentiamo come la nostra casa!
  • Le piane sopra il paese di Cardoso: Erano gli antichi coltivi degli abitanti del Cardoso. Non siamo gli unici a lavorarci ed ancora oggi sono usati da molte persone.
  • La Selvetta: Un posto molto importante per il paese che era stato abbandonato da molti anni. Con forza d’animo lo stiamo facendo vivere ancora!
  • Loppieto: Sicuramente uno dei nostri miglior terreni, anche se difficilissimo da raggiungere. Liberato dalle infestanti oggi può donarci grandi soddisfazioni.
  • Il Grugnolo: Altro terreno con una posizione strategica grazie al suo fantastico microclima. Anche lui pian piano tornerà ad essere coltivabile, per ora terra di sperimentazione, dal grano saraceno, al luppolo fino ad arrivare alla segale.
  • Col del pino: Un terreno eccezionale strappato all’ abbandono con muretti a secco incredibili frutto del sapiente connubio un tempo esistente tra agricoltura ed attività estrattiva. Dove con i sassi di risulta venivano usati per fare le  terrazze..
  • Colombiera a Capezzano Monte dal 1982 manteniamo un uliveto di 2 ettari  con oltre 900 piante, s, dove raccogliamo le olive per frangere l’ottimo olio extra vergine della Versilia, ma anche ottimi asparagi e bacche di mirto
  • Nel verde i terreni di Camacio ad Azzano  Nel 2019 siamo arrivati ad Azzano e pareva desser in pianura padana, mai vista a Cardoso tanta terra pari.
  • Puntato i terreni di Rayan  Nel 2019 siamo saliti anche al Puntato ospiti dal caro amico Rayan per avviare una collaborazione sulle patate di montagna